top

Libri del mese

 

Sentieri himalayani

Sette racconti di viaggio ed altrettanti itinerari in una delle regioni più suggestive e sacre del pianeta, con una guida d’eccezione come Jacques Vigne. Medico psichiatra, ricercatore, maestro di meditazione, per la prima volta, e per il pubblico italiano, raccoglie in un libro le sue esperienze di viaggiatore e di guida sui sentieri himalayani.

 

Una gioia di nonsense

Perché abbiamo bisogno del comico e dell’assurdo? Da dove viene l’interesse per una forma poetica così poco convenzionale come il nonsense? Andare oltre il pensiero razionale, accogliere il senso nudo dell’esistenza ha un effetto liberatorio, salvifico, persino gioioso.

Articoli correlati


Home YOGA e Anoressia
Associazione Movimenti Cambiamenti - Yoga e anoressia

Lo YOGA per l'anoressia, con Jacques Vigne - I passi del libro

PDF Stampa E-mail
Scritto da Michela Bianchi   
Indice articolo
Lo YOGA per l'anoressia, con Jacques Vigne
I dati dei Disturbi del Comportamento Alimentare in Italia
I passi del libro
I capitoli del libro
Tutte le pagine
Riportiamo alcuni passi del libro ANORESSIA E CONOSCENZA INTERIORE. Un approccio umanistico a una malattia complessa che riguardano

L’anoressia, lo yoga e la sapienza indiana.

«[...] È difficile definire con precisione la personalità dell’anoressico. Uno studio condotto presso l’università di Turku in Finlandia dal gruppo di ricerca guidato da Lea Hautala nel 2008 ha preso in esame 372 adolescenti affetti da disturbi del comportamento alimentare: quelli o quelle che restavano malati più a lungo avevano in comune un solo fattore: l’ansia. Una giovane donna con tendenza alla restrizione alimentare, che ha letto il manoscritto di questo libro, mi ha scritto: “ Ho provato grandi angosce dovute alla paura. Mi provocavano addirittura il vomito, e non mangiare più mi liberava da quelle sofferenze. Il dolore della fame non è nulla in confronto all’angoscia”. In questo tipo di situazioni le pratiche corporali, l’hatha-yoga, il rilassamento, la meditazione sono metodi collaudati per allentare e persino sciogliere nel profondo tale ansia. Inizialmente l’effetto è sintomatico, ma quando ci si addentra nello spirito e nella pratica dello yoga, esso si consolida orientando progressivamente nella giusta direzione il rapporto del soggetto con il mondo e con se stesso.»

«[...] È assai probabile che dapprincipio le pazienti anoressiche, spesso più mature della loro età sul piano intellettuale, giudichino il programma di attività corporali, che si tratti di yoga o di ginnastica, altrettanto infantile dei laboratori di pittura, ergoterapia o espressione artistica che vengono proposti nei centri di cura. In effetti questi corsi sono spesso adeguati al paziente medio degli ospedali psichiatrici, che per tutta una serie di ragioni ha un quoziente intellettuale inferiore a quello degli anoressici.»

«A proposito dello yoga, comunque, non bisogna temere di discuterne con i pazienti e di presentare loro questa pratica come frutto di una tradizione millenaria che in ogni epoca ha condotto diverse persone fino al culmine dell’esperienza di consapevolezza umana: i giovani potranno così capire che intraprendere questa via anche esercitandosi nelle posture, non è infantile, ma, al contrario, conduce a compiere il primo passo di un autentico percorso di crescita. Può essere utile inoltre assecondare la tendenza intellettuale dell’anoressico, suggerendogli la lettura di libri che presentano e trattano seriamente le varie pratiche corporali e l’effetto di queste sullo spirito.»

«Capiranno così che non si tratta soltanto di semplici occupazioni terapeutiche piuttosto banali, vòlte e distrarre dalla nube di noia profonda che sovente aleggia sui reparti psichiatrici. Occorre inoltre spiegare che le pratiche di visualizzazione e di meditazione rese possibili dall’apprendimento preliminare del rilassamento sono efficaci nella stimolazione della creatività intellettuale e spirituale. In effetti, il problema della creatività costituisce il punto debole delle anoressiche, giacché esse non essendo in sintonia con il proprio corpo, non lo sono neppure con le sensazioni, le emozioni, e, quindi, con l’intuizione. Riescono meglio in quello che potremmo definire apprendimento rapido, diciamo bulimico, di ogni genere di concetti esclusivamente intellettuali. Ciò presenta certamente qualche vantaggio nella competizione scolastica, ma relega nell’ombra altri aspetti di uno sviluppo globale.Durante tutta la fase iniziale delle pratiche, la prospettiva di controllare lo strumento corpo mediante lo spirito le eccita e le affascina, ma il controllo senza comprensione e senza amore è una forma di dittatura.»

«Si potrebbe pensare che sia l’anoressica che lo l’hatha-yogi vogliano costringere il corpo a piegarsi, la prima in senso figurato, il secondo in senso proprio. Ed è proprio perché le due sfere di competenza si sovrappongono, che lo hatha-yoga e la meditazione correttamente intesi possono rappresentare una via d’uscita dall’anoressia, per così dire, dall’alto. Per concludere diremo che l’anoressica tenta, mediante una rigorosa disciplina di studio, di bilanciare uno squilibrio inutile del corpo con un utile equilibrio dell’intelletto; ma si può aspirare a un equilibrio armonico dei due grazie anche alla pratica congiunta di esercizi corporali e spirituali.»



 

Accedi

Per avere accesso a tutte le aree, i contenuti e il negozio del nostro sito, REGISTRATI o accedi qui.





E' gratis e sicuro!

bottom
top
bottom

Creative Commons License MC Editrice s.a.s. - Via Vigevano, 45 Milano IT - CF e P.I.: 11073520154. Si accettano i Termini di utilizzo. Powered by Joomla!