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Sentieri himalayani

Sette racconti di viaggio ed altrettanti itinerari in una delle regioni più suggestive e sacre del pianeta, con una guida d’eccezione come Jacques Vigne. Medico psichiatra, ricercatore, maestro di meditazione, per la prima volta, e per il pubblico italiano, raccoglie in un libro le sue esperienze di viaggiatore e di guida sui sentieri himalayani.

 

Una gioia di nonsense

Perché abbiamo bisogno del comico e dell’assurdo? Da dove viene l’interesse per una forma poetica così poco convenzionale come il nonsense? Andare oltre il pensiero razionale, accogliere il senso nudo dell’esistenza ha un effetto liberatorio, salvifico, persino gioioso.

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Dieci motivi per meditare

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Scritto da MC Editrice   
Martedì 07 Febbraio 2017 12:38

Jacques Vigne

Dieci motivi per meditare

 
Siamo in grado di addestrare la mente perché possa superare i momenti più difficili e le emozioni negative? Un individuo può con le proprie forze e quindi senza il sostegno di farmaci, produrre cambiamenti positivi con effetti più duraturi di quelli indotti dai farmaci? E’ possibile un addestramento che sia capace di produrre questi risultati per tutti,  indipendentemente dal fatto che si tratti di persone motivate sul piano religioso?

Jacques Vigne risponde proponendo un sintetico vademecum in dieci punti.
 

1-Diventare una persona migliore. La migliore delle religione è quella che vi rende migliori, ha detto il Dalai Lama: allo stesso modo si può dire della meditazione. Abbiamo la possibilità di cambiare: la pratica meditativa è fatta per questo.

2-Prevenire le malattie fisiche che sono evitabili (siamo mortali e non possiamo evitare tutte le malattie!). La maggior parte delle malattie psicosomatiche sono collegate allo stress; la tristezza e la depressione fanno calare le difese immunitarie. Inoltre l’assenza di conoscenza di sé provoca l’ansia che è la radice di molti disturbi anche alimentari. Questi problemi si possono attenuare con una pratica regolare della meditazione.

3-Prevenire le malattie psichiche: la negatività deve essere eliminata giorno dopo giorno con la pratica quotidiana. La meditazione è sia un alimento sia una pulizia. Entrambi devono essere assunti quotidianamente.
 

4- Essere più gradevoli per  gli altri. Si emana un cattivo odore quando non ci si lava, alla stessa maniera un senso di negatività si trasmette quando non si fa una pulizia mentale attraverso la meditazione. Come non si dice che lavarsi è un atto di egoismo, così non si può affermare che meditare è un’azione egoistica.

5- Diventare più intelligenti. Einstein diceva che la gioia più grande è quella di comprendere. Ci sono tre livelli di intelligenza: intellettuale, emozionale e spirituale. (Forse nel futuro si farà un test per misurare il quoziente spirituale). La meditazione ben capita e praticata stimola le tre intelligenze.

6- Guadagnare tempo. Ci sono due mali nella vita di oggi: accelerazione e solitudine. Le persone superficiali dicono che non hanno tempo di meditare ma la realtà è che quando si medita ci si rende conto che molte attività che facciamo sono in fondo inutili per sé e per gli altri. Dunque possiamo lasciarle perdere e così guadagnare tempo.

7 – Guarire il senso di solitudine. Questo sentimento è la seconda malattia della modernità: la sua cura non verrà dalla moltiplicazione dei social network  ma, paradossalmente e più semplicemente, dal ristabilire il legame con il proprio sé.

8- Rendere più stabile la gioia interiore. In ecologia si parla di sviluppo sostenibile (durable); le risorse non sono infinite, nemmeno quelle interiori, dunque non dobbiamo sprecare l’energia di gioia che c’è in noi. La meditazione insegna molti trucchi per risparmiare energia (come l’ecologia per risparmiare calore in una casa).

9- Aumentare la coerenza tra l’ideale e la vita quotidiana; l’incoerenza è uno dei maggiori fattori di sofferenza; le persone con esperienza interiore sanno che la coerenza completa è scarsa perciò occorre lavorare in questo senso.

10- Far fiorire  la "rosa della consapevolezza". Questa è la vocazione profonda di tutti gli esseri umani sia per quanti collegano questa consapevolezza con Dio sia per quanti lavorano direttamente sulla consapevolezza in quanto tale.


 

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