Continuare a pensare durante i giorni di crisi. La “tenuta” dell’operatore |
|
|
|
Written by MC Editrice
|
Friday, 22 May 2020 08:30 |
Continuare a pensare durante i giorni di crisi. La “tenuta” dell’operatore Pubblicato il 1 maggio 2020 su DIALOGHI MEDITERRANEI di Alfredo Ancora 20 aprile Una “sosta” obbligata? Quando il tempo scorre nelle sue forme obbligatorie, irrompe il pericolo di vivere senza pensare soprattutto per chi fa il nostro lavoro. Bruno Callieri [1], maestro indiscusso della psichiatria italiana, diceva: «La vita vissuta dell’uomo ha la struttura della via, cioè il suo “qui-ora” si costituisce sempre mediante un “da-dove” e un “verso-dove”». Seguendo questo suggerimento cerchiamo di descrivere “un idea” di percorso un po’ speciale, necessariamente in process, nei viottoli del pensiero di noi, “tecnici della salute mentale”, in questi giorni (marzo-aprile 2020). Un andamento necessariamente a zig-zag perché interessa anche noi come “persone comuni”, prima, durante, forse anche dopo la pandemia-pan-demonio, fonte di caos e dis-ordine nei nostri atteggiamenti mentali e nelle nostre “intoccabili” (almeno finora) condizioni di vita. Il nostro passato lo conosciamo (formazione, vissuti personali, professionali etc.), il durante lo stiamo vivendo fra mille contraddizioni di chi sta dentro e deve stare anche fuori [2]. Il futuro non possiamo prevederlo interamente, ma forse possiamo prepararci! Andremo incontro ad un periodo di cui non possiamo immaginare il prodotto finale “psichico ed esistenziale” a meno che non ci si lasci andare a ipotesi “tranquillizzanti” del tipo tanto tutto tornerà come prima. Dovremmo partire dal concetto di crisi, più precisamente dalla crisologia, scienza della crisi, che il novantanovenne Edgar Morin [3] considera come possibilità di cambiamento e non solo nell’accezione negativa in cui comunemente viene considerata. Infatti, nella sua ultima intervista (aprile 2020) commentando la situazione attuale intravede in questa crisi «la possibilità di riconquistare il tempo interiore “come una sfida politica, ma anche etica ed esistenziale» Leggi il resto dell’articolo |
Last Updated on Friday, 22 May 2020 09:39 |
Il cambiamento climatico del ciclo dell’acqua |
|
|
|
Written by MC Editrice
|
Thursday, 23 April 2020 20:18 |
Il cambiamento climatico del ciclo dell’acqua Di Giovanni Molina dottore agronomo, direttore di DINAMO (Distretto neorurale delle tre acque di Milano) Un lavoro di studio effettuato dal Parco del Ticino e dall’Associazione di Irrigazione Est-Sesia ci porta a riflettere sui cambiamenti delle dinamiche del ciclo dell’acqua nel bacino idrico del Po, in particolare nella sua parte alta ovvero la pianura irrigua risicola nella porzione nord ovest del Bacino. Il lavoro è stato presentato nel corso del convegno svoltosi a Milano, a Palazzo Isimbardi il 20 febbraio scorso, dal titolo Agricoltura, collettività e clima. La lettura della quantità di precipitazioni nell’arco dell’anno effettuata su diverse stazioni meteorologiche ci dimostra che il cambiamento climatico non ha diminuito la quantità d’acqua che cade dal cielo, ma ha cambiato le dinamiche temporali e distributive del fenomeno pioggia: piove in modo più intenso e per tempi più ristretti, quindi in modo più violento e, in parte con diversa distribuzione spaziale. Leggi il resto dell’articolo |
Last Updated on Friday, 24 April 2020 10:55 |
Come cambiò il mondo e come forse cambierà ancora |
|
|
|
Written by MC Editrice
|
Thursday, 23 April 2020 18:56 |
Come cambiò il mondo e come forse cambierà ancora mito della tradizione colombiana Si racconta che il mondo cambiò una volta. C’era un gran fiume la cui sorgente era nel mare e la foce in terraferma. Per cambiare il suo corso, Dio fece cadere una pioggia torrenziale e il mondo cominciò ad affondare nella piena del fiume. Un uomo andò da Dio per avvisarlo che il mondo stava affondando ed egli disse ai Choco di salvarsi su zattere di legno. L’uomo che era andato da Dio preparò la sua casa e disse agli altri di mettere sughero sotto le loro capanne perché potessero galleggiare sull’acqua; ma non gli credettero. Dissero che era una sciocchezza affermare che il mondo affondasse; ma mentre bevevano chica la acque cominciarono a salire. Dopo tre giorni il mondo sparì sotto di esse. La casa dell’uomo era portata dalla piena e galleggiava sull’acqua. (….) In seguito Dio volle che l’acqua scendesse: quando l’acqua cominciò a ritirarsi l’iguana tirò fuori la testa. Man mano che l’acqua si ritirava Dio metteva segni di cenere. Quando arrivò all’altezza della coda dell’iguana, Dio disse agli uomini che l’acqua se ne stava andando. Così il mondo cambiò: la sorgente del fiume andò al posto della foce e la foce al posto della sorgente. Si dice che Dio voglia cambiare nuovamente il mondo. Pubblicato in Acqua la prima narrazione |
Last Updated on Thursday, 23 April 2020 21:05 |
Le opportunità che offre il rallentamento imposto dalla pandemia |
|
|
|
Written by MC Editrice
|
Thursday, 02 April 2020 14:06 |
Le opportunità che offre il rallentamento imposto dalla pandemia Riflessioni alla luce dello Yoga di Jacques Vigne In un momento in cui molti progetti individuali e collettivi vengono cancellati a causa dell'epidemia di coronavirus, possiamo ricordare le parole di Mâ Anandamayî: "Spesso non devi andare a cercare la rinuncia, viene da sé! " (per approfondire i suoi insegnamenti vedi il libro: La parola viva di Ma Anandamayi, MC Editrice 2017). Ciò conduce ad una buona meditazione su questo mondo in cui le cose sono mutevoli come le onde dell'oceano e a capire la necessità di avvicinarsi all’impermanenza, di comprenderne il senso. La gente di solito considera l'impermanenza come il peggior nemico: un atteggiamento da rivedere. Interiorizzare il rallentamento imposto dall'epidemia. L'epidemia di coronavirus è un grave rallentamento, non solo per l'economia, ma per la stessa accelerazione che si era gradualmente insinuata nella nostra vita quotidiana. Che ci piaccia o no, dobbiamo imparare a guardare le cose più lentamente. Questa lentezza, questa prospettiva in cui la morte è anche più presente. può offrirci maggiore profondità; vediamo più distintamente con due occhi piuttosto che con uno solo, e vediamo in senso più spirituale con l'apertura del terzo occhio dello yoga, che è quello di Shiva. Leggi il resto dell'articolo |
|
EUROBOND: perché sono l’unica soluzione praticabile |
|
|
|
Written by MC Editrice
|
Wednesday, 06 May 2020 10:47 |
EUROBOND: perché sono l’unica soluzione praticabile Dati, numeri e problemi in gioco di Marco Manunta La pandemia e le sue conseguenze economiche L’impatto della pandemia sulle economie dei paesi colpiti, in pratica del mondo intero, sarà superiore a quello della crisi finanziaria del 2008. Anche i paesi che fino al febbraio scorso vantavano indici economici positivi sono già in recessione: basti pensare agli Stati Uniti, la maggiore economia mondiale. Nessun dubbio che il sostegno alle economie dovrà essere fornito dagli stati, ma i capitali da mettere in campo sono enormi. Il problema comune è, dunque, il reperimento delle risorse necessarie per assicurare le prestazioni sanitarie, la produzione di beni e servizi e per contenere il disagio sociale e, in particolare, la disoccupazione causata dalla pandemia. L’eccezionalità della situazione conduce unanimemente a ricorrere al finanziamento dell’economia in deficit. Il “deficit”, ovviamente, non è un bancomat, ma solo un’indicazione di bilancio: significa spendere fondi di cui non si dispone. In sostanza, si tratta di ottenere capitali a credito. Leggi il resto dell’articolo |
Last Updated on Wednesday, 06 May 2020 11:52 |
Le origini del civico acquedotto di Milano |
|
|
|
Written by MC Editrice
|
Thursday, 23 April 2020 19:51 |
Le origini del civico acquedotto di Milano Marco Manunta, magistrato in pensione, autore di studi e pubblicazioni, in tema di beni comuni e diritto all’acqua, cita il lavoro di Gian Luca Lapini sulla storia dell’acquedotto di Milano per far comprendere l’importanza, o meglio, la necessità di una gestione pubblica dell’acqua, al riparo da meccanismi di profitto. (….) Per esempio le epidemie di colera che scoppiarono a Londra nel 1849 e 1853-54, che causarono la morte di più di 20.000 persone. Leggi il resto dell’articolo |
Last Updated on Thursday, 23 April 2020 20:56 |
Piccolo Manifesto in tempi di pandemia |
|
|
|
Written by MC Editrice
|
Thursday, 09 April 2020 09:26 |
Piccolo Manifesto in tempi di pandemia A nome del Collettivo Malgré Tout (“Malgrado tutto”) proponiamo questo breve Manifesto composto da cinque tracce di riflessione e ipotesi pratiche da condividere con chi fosse interessata/o. Speriamo sia un contributo utile per pensare e agire all’interno dell’oscurità della complessità. 1. Il ritorno dei corpi Negli ultimi quarant’anni almeno, siamo stati testimoni del trionfo e del dominio incontrastato del sistema neo-liberista in ogni angolo del pianeta. Tra le diverse tendenze che attraversano questo tipo di sistema, una in particolare sembra costituire la forma mentis dell’epoca. Si tratta della tendenza a considerare i corpi come il rumore di fondo che disturba la “recita” del potere, poiché i corpi reali, sempre troppo “pesanti” e troppo opachi, desideranti e viventi sfuggono alle logiche lineari di previsione. Da sempre l’obiettivo perseguito dalle pratiche e dalle politiche proprie del neoliberismo consiste nel deterritorializzare i corpi, virtualizzarli, facendone una materia prima manipolabile, un “capitale umano” da utilizzare a proprio piacimento nei circuiti del mercato. Si richiede che i corpi siano disciplinati, dislocabili senza criterio, flessibili, pronti ad adattarsi ( leitmotiv del nostro tempo) alle necessità determinate dalla struttura macro-economica. Nella loro astrazione estrema, i corpi dei migranti senza documenti, dei disoccupati, i corpi non conformi, i corpi annegati nel Mediterraneo o ammassati nei centri di detenzione, in breve, i corpi considerati in esubero diventano semplici numeri, senza valore, senza alcuna corporeità e quindi, in fine, senza umanità. In ambito tecnico-scientifico questa tendenza si esprime nella formula del “tutto è possibile”, che non riconosce alcun limite biologico o culturale al desiderio patologico di deregolazione organica. Leggi il resto dell’articolo |
|