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Scritto da MC Editrice
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Martedì 24 Ottobre 2017 10:57 |
Le cavigliere sono strumenti di accompagnamento molto diffusi e popolari. I materiali con cui si costruiscono, oltre alla corda, sono i più vari: conchiglie, campanelli, frutti e semi tropicali seccati e svuotati, tappi a corona di bottiglie.
Si intreccia un bracciale di corda che ha dimensioni variabili, perché le cavigliere si possono infilare alle braccia, alle gambe o appoggiare sulla spalla.
Si bucano poi tutti gli oggetti scelti e si fissano con un nodo a un capo di una corda fatto passare dal buco. L’altro capo si intreccia al bracciale da cui esce per essere agganciato, con un secondo nodo, a un altro elemento. Si ottiene così un bracciale da cui pendono, a due a due, tutti gli elementi che, agitati, risuonano. |
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Scritto da MC Editrice
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Martedì 29 Agosto 2017 10:06 |
Un mondo suonato, ballato, cantato e... costruito con le proprie mani, strumento dopo strumento.
In un momento in cui tutti quanti e i giovani, in particolare, ricercano e "consumano" musiche delle più diverse provenienze e provano un gran gusto per le mescolanze e le ibridazioni, ci si propone di offrire innanzitutto un contributo per contestualizzare i vari repertori e le varie esperienze musicali. Ogni musica ha infatti un suo alfabeto, è il risultato di un processo culturale e quindi parte da condizioni diverse e mira a funzioni diverse. Cominciare a riconoscere e a considerare questi alfabeti e le narrazioni che li precedono è un buon passo per intendere — e anche per decidere di "interpretarle" creativamente — le musiche dei vari popoli insieme alle loro vitali diversità. Per imparare a conoscere e a riconoscere l'esistenza di "altri immaginari" che si rivelano anche nell'arte di progettare e costruire gli strumenti musicali. Ripercorrere, in un concreto lavoro di gruppo, questo percorso che unisce le tecniche artigianali alle conoscenze acustiche e musicali, può esser parte di un augurabile cammino di dialogo interculturale. La collana propone un percorso in più tappe nei differenti universi sonori, aperto ai bambini e ai ragazzi dai 10 ai 16 anni e, nello stesso tempo, agli insegnanti e agli operatori culturali per conoscere la musica dei vari popoli del mondo e per realizzare gli strumenti, dai più semplici ai più complessi in laboratori del fare. In ogni volume si intrecciano diversi piani di lettura: una parte narrativa che raccoglie i miti di creazione del mondo e di esorcismo dalle paure ancestrali legati a ogni strumento; una parte informativa sulla storia della loro nascita, diffusione e particolarità sonore; una parte descrittiva della costruzione degli strumenti da utilizzare durante i laboratori. Numerose attualizzazioni, sia nella parte narrativa sia in quella descrittiva e iconografica, a cui si aggiungono una sezione dedicata alla danza, e delle schede sulle nuove tendenze della musica oggi, sollecitano l'interesse dei ragazzi e la contestualizzazione in percorsi educativi. |
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Scritto da MC Editrice
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Martedì 21 Marzo 2017 10:20 |
Acque d’Italia, la depurazione è ancora un problema Ma ridurre la relativa tariffa non è la soluzione Un intervento di Marco Manunta Nel dicembre scorso la Commissione dell’Ue ha chiesto per l’Italia una sanzione di 62,7 milioni di euro per il mancato rispetto dell’obbligo che le “Acque reflue urbane siano trattate in modo adeguato al fine di prevenire gravi rischi per la salute umana e l’ambiente”. Rispetto ai 109 agglomerati urbani, già oggetto di violazione accertata nel 2012 da una sentenza della Corte di Giustizia, ora il numero è sceso ad 80, che comprendono oltre 6 milioni di abitanti. Alla sanzione forfettaria di 62,7 milioni di euro va aggiunta una multa di circa 347 mila euro per ogni giorno di ritardo con cui l’Italia provvederà ad adeguarsi. Ma l’Italia ha tempo solo fino alla prossima pronuncia dei giudici europei. Le regioni interessate sono Abruzzo (1 località), Calabria (13), Campania (7), Friuli Venezia Giulia (2), Liguria (3 ), Puglia (3) e Sicilia (51). La direttiva europea (n.271 del 1991) prevede che gli Stati membri, a fini di tutela della salute e dell’ecosistema, sono tenuti ad assicurarsi gli agglomerati urbani e gli altri insediamenti raccolgano e trattino in modo adeguato le acque reflue. E’ vero che la direttiva europea ha come destinatari gli Stati, ma bisogna ricordare che in Italia i servizi pubblici locali, tra cui il Servizio Idrico Integrato, sono materia di competenza delle Regioni. Il tentativo di riportare alcune competenze in sede centrale (Stato), contenuto nella riforma costituzionale, è stato bocciato con il referendum del 4/12/2016, tra l’altro, in nome della strenua difesa dell’autonomia regionale e contestando la “clausola di supremazia” con cui lo Stato avrebbe potuto sostituirsi all’ente locale inadempiente (come in questo caso). Lo Stato italiano è, quindi, esposto alle sanzioni anche se l’inottemperanza è delle regioni, che peraltro sarebbero tenute direttamente al rispetto della normativa comunitaria. E’ indubbio che al mancato adeguamento di molti centri urbani abbia contribuito l’intervento improvvido della Corte Costituzionale. Con sentenza n.335/2008, infatti, è stata dichiarata l’illegittimità dell’art.14 della L.36/94 (Legge Galli) che imponeva l’obbligo per gli utenti di pagare la quota tariffaria relativa alla depurazione anche in mancanza del relativo servizio; peraltro, imponendo contestualmente agli enti preposti di accantonare la quota così riscossa destinandola alla costruzione dei depuratori. La sentenza, salutata come una vittoria dei consumatori e dei movimenti per l’acqua, ha avuto, in realtà un effetto perverso: ha obbligato tutti gli enti locali a restituire gli importi riscossi e a ridurre le tariffe per l’importo pari alla “quota depurazione”. E’ stata, di fatto, abolita una tassa di scopo assolutamente indispensabile per dotare di depuratori i centri urbani sprovvisti, mentre si è operata una trasformazione in senso puramente “consumeristico” del servizio idrico: la tariffa è stata intesa come puro e semplice “prezzo” di un qualunque servizio economico privato, con una funzione di corrispettivo monetario strettamente correlato al servizio effettivamente prestato. In pratica è stata esclusa ogni finalità sociale o promozionale: nessuna quota da versare in conto capitale per l’effettivo progresso della comunità locale e del suo territorio. Un risultato di cui c’è ben poco da gioire. |
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Martedì 07 Marzo 2017 11:11 |
Spiritualità femminile di Michela Bianchi
In tutte le istituzioni religiose la voce che prevale è quella maschile, i libri distribuiti sono stati scritti da uomini e gli esempi da seguire si riferiscono soprattutto a figure maschili, e il buddhismo, come afferma la stessa Tenzin Palmo, non fa eccezione in questo senso. Nonostante le tradizioni spirituali orientali non-duali, in particolare proprio il buddhismo, propongano il risveglio a quell’esperienza che fa andare oltre al mondo degli opposti e comportino quindi il riconoscimento della compresenza maschile/femminile in una realtà caratterizzata dall’unità e interdipendenza di tutte le cose. Oggi, se il bisogno di spiritualità rimane profondo, la società sembra distaccarsi dalla dimensione religiosa e rifiutare in modo particolare l’immagine di un dio creatore, legislatore e giudice, dai caratteri esclusivamente maschili, al di fuori e al di sopra di tutto. |
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