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Servizi idrici: via libera alle multinazionali

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Scritto da Marco Manunta   
Martedì 13 Luglio 2010 09:25

Servizi idrici: Governo e Regione Lombardia preparano il terreno alle multinazionali dell’acqua

Il libroNonostante un referendum, proposto da 144 Comuni e scongiurato dalla Regione Lombardia con la modifica della legge regionale sui servizi,
nonostante un referendum abrogativo del decreto Ronchi (legge nazionale che impone la privatizzazione generalizzata dal 2012) che ha raccolto oltre un milione di firme... sono riprese manovre di corridoio, poco pubblicizzate, tra Governo e Giunta regionale lombarda.
L’obiettivo: estendere il modello lombardo (bocciato dalla Corte Costituzionale) a tutto il territorio nazionale.
In sostanza, si vorrebbe generalizzare la separazione tra gestione ed erogazione, mettendo in mani private il segmento più lucroso e meno impegnativo del servizio idrico integrato: quello dei contratti con gli utenti e della bollettazione (chiamato “erogazione del servizio”), che, con la riscossione delle tariffe pagate dai cittadini, assicura anche la relativa liquidità. In pratica, utili facili e sicuri per i privati, mentre responsabilità e oneri di manutenzione straordinaria delle reti e degli impianti rimarrebbero a carico degli enti pubblici e dei cittadini.
Proprio in questo momento è necessario mettere in campo tutte le risorse, anche giuridiche, per bloccare le incongrue manovre degli speculatori.
Nel libro UNO STATUTO PER L’ACQUA A PORTATA DI VOTO (MC Editrice, Milano 2010) l’autore, Marco Manunta, valorizzando le norme esistenti e, in particolare, il Trattato di Lisbona dell’Unione Europea (in vigore dal dicembre 2009), non solo dimostra che sono illegittime le norme nazionali (come il decreto Ronchi), che vogliono imporre alle comunità locali opzioni privatistiche rifiutate dai diretti interessati (i cittadini), ma indica anche le possibili soluzioni per mantenere l’acqua sotto il controllo pubblico. Soluzioni che possono essere adottate sulla base delle norme vigenti.
È, questo, un punto fondamentale: salvare il bene comune dagli speculatori è possibile qui e ora, e non si deve neppure attendere che il referendum nazionale contro il decreto Ronchi sia ammesso e ottenga il voto favorevole della maggioranza degli Italiani.


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