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Energia: il mistero della bolletta elettrica

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Scritto da Roberto Meregalli   
Mercoledì 02 Maggio 2012 00:00
Indice articolo
Energia: il mistero della bolletta elettrica
Mercato libero o vincolato?
Energie rinnovabili fatte in casa: conviene?
Tutte le pagine

Energia, un nuovo inizioIl costo dell’elettricità aumenta, perchè?

Dal 1 aprile, l’Autorità per l’energia elettrica ed il gas (AEEG) ha davvero aumentato la tariffa elettrica del 5,8% e quella del gas dell’1,8%.
Motivo? L’aumento dell’elettricità, scrive l’AEEG “deriva sostanzialmente dagli incrementi del petrolio”.
Eppure il giorno dopo la stampa è stata invasa da annunci di taglio degli incentivi alle rinnovabili. Nessun ministro pare abbia pronunciato parole indirizzate a come eliminare l’effetto petrolio, pare che nell’ immaginario collettivo non ci sia soluzione, il che significa che le bollette continueranno a crescere comunque, pure se si azzerasse il conto energia perché di calo del prezzo del petrolio non se ne vede l’ombra.
Tanto per capirci non è che col petrolio si faccia molta corrente, anzi non se ne fa proprio (a parte l’eccezionale gelo di inizio febbraio che ha causato un calo di import di gas e fatto riaccendere qualche centrale a olio combustibile). È il gas il re della generazione elettrica in Italia (un re minacciato), solo che costa il 30% in più che oltre confine ed il suo prezzo nei contratti di lunga scadenza è ancorato a quello del greggio.

Mercato libero o mercato vincolato?

È diffusa la sensazione che nel nostro paese esista ancora un ente monopolista e non un mercato elettrico in cui diversi attori si confrontano e si fanno concorrenza. Con queste premesse le ipotesi sui costi di generazione, sia che si tratti di nucleare, sia che si tratti di fotovoltaico sono solo chiacchiere.Per prima cosa occorre essere consapevoli che un sistema elettrico è una realtà complessa e onerosa da gestire poichè l’energia elettrica non è immagazzinabile e pertanto occorre che la quantità di energia consumata sia identica a quella immessa in rete.
Secondariamente il mercato elettrico è inelastico ai prezzi, ovvero sia che calino o aumentino, la domanda rimane costante.Il primo passo verso un mercato libero fu compiuto con il decreto legge n° 133 dell’11 luglio 1992 che trasformò l’Enel in una società per azioni. Questo portò allo smantellamento degli uffici studio, a dismettere le funzioni di programmazione strategica e a tagliare il lavoro di manutenzione affidandole ad aziende esterne. La liberalizzazione del mercato elettricoprese le mosse dal decreto legge n° 79 del febbraio 1999( in adeguamento alla direttiva europea n°96 del 1992), per giungere il 1 aprile 2004 alla creazione di una vera e propria “borsa” in cui viene stabilito il prezzo all’ingrosso.

I nostri costi sono i maggiori in Europa?

Qualcuno si è chiesto cosa succede all’estero? In Germania l’elettricità non costa più che da noi eppure nel 2010 sono stati spesi 13 miliardi di euro in incentivi alle rinnovabili. La Francia, che ha sviluppato le rinnovabili molto meno di noi, spende comunque 7 miliardi di euro l’anno (parola di Henri Proglio, a.d. di EDF, quotidianoenergia.it 15 marzo 2012). In Spagna le tariffe elettriche sono state tenute basse in passato creando però un deficit di 24 miliardi di euro che ora il governo sta tentando di arginare iniziando a recuperarne 3,1 da consumatori e imprese.

Cosa fare per ridurre il costo della bolletta?

Come ridurre subito, non fra due anni, il peso delle bollette elettriche sulle famiglie italiane? Il signor Ortis, precedente presidente dell’AEEG, scriveva al governo nel 2009 con diverse proposte per ridurre gli oneri di sistema spostandoli “in tutto o in parte dalla bolletta energetica alla fiscalità generale”. Iniziando con l’eliminare oneri che non centrano nulla con l’energia, come i 135 milioni di euro annui che le finanziarie Tremonti hanno inventato introducendo sulle bollette elettriche un prelievo di tipo fiscale: le bollette non devono essere delle tasse. Lo scriveva anche questo Ortis con belle parole: “depurare la bolletta elettrica pagata da famiglie e imprese italiane, da oneri di tipo improprio”. E ancora, smettendo di far pagare l’IVA sugli oneri di sistema: “eliminare la singolarità dell’attuale fiscalità energetica per cui oneri di sistema, che sono un prelievo obbligatorio sostanzialmente riconducibile a una tassa, contribuiscono a loro volta alla base imponibile per il calcolo dell’IVA”. Infine Ortis ammoniva a controllare la spesa del conto energia e ad eliminare quella relativa ai famosi Cip6 (inceneritori e assimilabili).

Energie rinnovabili fatte in casa Conviene ancora installare un pannello solare?

Oggi va utilizzata l’intelligenza in primis per utilizzare al meglio l’energia che le rinnovabili già producono, quindi via libera a misure che continuino a sostenere gli impianti sui tetti e gli impianti innovativi (basta soldi a pannelli di scarso rendimento). Sostegno alla ricerca e alla valorizzazione della ricchezza che abbiamo creato perché come giustamente sottolineava Starace (a.d. di Enel Green Power) in un convegno a febbraio in Senato, 400 mila impianti FV “sono un patrimonio di conoscenze enormi”, “quello che è successo in Italia succederà altrove”, dobbiamo fare in modo di sfruttare tutta questa conoscenza. Oltre che utile per la produzione di energia elettrica il sole è una preziosa fonte di calore, utilissima per il riscaldamento.
In Italia il mercato del solare termico è cresciuto dal 2006 al 2008 del 160% e a fine 2010 siamo giunti a 2,5 milioni di mq. Nel nostro paese sono stati installati il 21%dei pannelli fotovoltaici messi in opera nel mondo, dietro alla sola Germania (42%) e davanti a tutto il resto d’Europa (media 18%). Nel 2011 siamo diventati il primo mercato mondiale e alla fine di settembre risultavano allacciati alla rete 11 mila Mw (a fronte dei 300 Mw stimati dal governo per fine 2010).
La risorsa solare ha caratteristiche vincenti per l’Italia poichè è ben distribuita, abbondante, gratuita e inesauribile; è utilizzabile in aree già edificate; gli impianti possono essere dimensionati a piacimento abbinando singoli moduli e consente di produrre energia là dove si consuma, riducendo costi di trasporto e trasformazione. I
l minieolico In Italia l’eolico negli ultimi dieci anni è passato da 420 a 5.850 Mw con più di 5.100 turbine installate, attive mediamente 1.600 ore all’anno.L’energia elettrica prodotta col vento nel 2010 , 9 miliardi di Kwh, è di molto superiore ai consumi di tutta l’illuminazione pubblica del nostro paese (6,3 miliardi di Kwh).
Da oggi occorre pensare una maggiore diffusione di piccoli impianti distribuiti sul territorio, utilizzando nuovi modelli di aereogeneratori che si possono montare sul tetto di casa o in giardino o in una piccola azienda agricola, in linea con un modello energetico innovativo che in parte utilizza direttamente sul posto l’energia prodotta e in parte la scambia in rete.

Le rinnovabili abbasseranno i costi della bolletta o sono un peso che la farà salire alle stelle?

Si parla di come ridurre il danno tagliando la voce energie rinnovabili che casualmente ha ridotto i consumi di gas di due miliardi di metri cubi nel 2011.
Che tristezza! Sì perché meno consumi di gas significano meno centrali termoelettriche che funzionano e il nostro obiettivo è più centrali fossili al lavoro. Non è una battuta, il mercato elettrico sta vivendo un dramma: sono state costruite cicli combinati a go go, le energie rinnovabili irrise fino a un paio d’anni fa sono cresciute come l’albero di fagioli della favola e ora vanno fermate perché hanno ridotto l’uso delle centrali convenzionali, modificato i prezzi orari in borsa, annullato progetti per nuove centrali. Il costo dei fossili ci sta uccidendo non quello delle rinnovabili.
Se analizziamo le importazioni energetiche per valori medi unitari e volumi scopriamo che a gennaio 2012 la crescita tendenziale di energia della nostra economia è completamente determinata dall’incremento dei prezzi internazionali dei prodotti energetici: negli ultimi dodici mesi i valori medi unitari dell’import di energia sono saliti del 22,7% mentre i volumi sono scesi dell’8,8%! (dati Confartigianato) Questo è il problema. Uscire dal tunnel delle fonti fossili è l’unica strada da praticare con decisione e la strategia deve essere fatta di rinnovabili ed efficienza.
 

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