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Libri del mese

 

Sentieri himalayani

Sette racconti di viaggio ed altrettanti itinerari in una delle regioni più suggestive e sacre del pianeta, con una guida d’eccezione come Jacques Vigne. Medico psichiatra, ricercatore, maestro di meditazione, per la prima volta, e per il pubblico italiano, raccoglie in un libro le sue esperienze di viaggiatore e di guida sui sentieri himalayani.

 

Una gioia di nonsense

Perché abbiamo bisogno del comico e dell’assurdo? Da dove viene l’interesse per una forma poetica così poco convenzionale come il nonsense? Andare oltre il pensiero razionale, accogliere il senso nudo dell’esistenza ha un effetto liberatorio, salvifico, persino gioioso.


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L'arte del viaggio

L'arte del viaggio - L'impatto ambientale

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L'arte del viaggio
L'impatto ambientale del turismo
Imprescindibili le esigenze di popolazione e territorio
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Anticipiamo alcuni argomenti, tratti, in particolare, dal lavoro di Carlo Cici e Paolo Schmidt di Friedberg.

L'impatto ambientale del turismo

Le dimensioni dell'inquinamento turistico sono sovente sottovalutate per ragioni diverse quali: il carattere non plateale dei suoi effetti più deleteri (la lenta corrosione delle strutture sociali autoctone); la difficoltà psicologica di ammettere che l'uomo "ludens" possa essere altrettanto devastante del "faber"; l'assuefazione causata dalla diffusa distribuzione del fenomeno.
Quest'ultima caratteristica spiega perché l'inquinamento turistico, al pari di quello agricolo ugualmente "diffuso", sia più difficile da combattere di quello a carattere "puntuale" dell'industria; infatti, a differenza di questo, richiede politiche e strumenti di controllo non solo tecnici ma anche sociali. D'altra parte va anche ricordato che l'inquinamento turistico, al pari di quello industriale, non si ripartisce equamente né sul territorio né sulla popolazione, il che costituisce un'ulteriore giustificazione dell'esistenza di percezioni diverse del fenomeno che ne ostacolano la soluzione.
In realtà, il turismo di massa, quando eccessivo, appare sovente come una sorta di prostituzione collettiva, in quanto consente agli estranei di manipolare, in cambio di denaro, ciò che di più prezioso e intimo possiede un corpo sociale: tradizioni, arte, storia, cultura, paesaggio.
Naturalmente questo turismo di rapina, che spaccia per cultura la distruzione della cultura, nasconde il proprio squallore sotto ornamenti che non gli spettano: la fratellanza tra i popoli, l'elevazione sociale, la crescita civile. In questo quadro, le guide per i turisti assumono un ruolo che ricorda quello dei manuali erotici: titillano, incuriosiscono, promettono straordinari godimenti, suggeriscono nuovi comportamenti e nuove esperienze.
L’analisi geografica segnala analogie tra il processo di modificazione ambientale indotto dal turismo e quello causato dalla industrializzazione: ciò malgrado, il sistema turistico è decisamente in arretrato rispetto al sistema industriale il quale, sia pure con riluttanza, ha accettato da tempo che i beni ambientali non sono liberi ma hanno un costo di cui si deve tenere conto nell’economia della produzione. Non così il sistema turistico per cui folklore e paesaggio, materie prime alla base del suo sviluppo, sono beni liberi sfruttabili a piacimento, senza vincoli, senza corrispettivi e senza responsabilità.
In sintesi tutto questo significa che il sistema turistico non solo ignora il principio ”chi fa disfa”, fondamento della moderna politica ambientale, ma anche il tradizionale “chi inquina paga”, vero abc della tutela dell’ambiente.

 

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