Vaccini diversi, controllati e per tutti: sarebbe possibile

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Scritto da MC Editrice   
Martedì 14 Dicembre 2021 16:23
“Il mondo non sta producendo tutti i vaccini che potrebbe. Ogni azienda che ne ha la capacità dovrebbe farlo. Ma dopo aver pagato Moderna, Johnson&Johnson e Pfizer Biontech per sviluppare i loro sieri, i governi di Stati Uniti e Germania non vogliono costringere queste aziende a condividere la loro tecnologia. Se i governi non cambieranno la loro posizione, le aziende continueranno a sfruttare il loro potere monopolistico…”

Joseph Stiglitz, Internazionale, 10 dicembre 2021

 

Il 30 novembre scorso l’Organizzazione mondiale del commercio (Wto) avrebbe dovuto riunirsi per decidere sulla sospensione temporanea dei brevetti farmaceutici durante la pandemia, ma l’incontro è stato rinviato con la motivazione della diffusione della variante omicron. E proprio il continuo emergere di nuove varianti del Covid19 rappresenta l’ulteriore decisivo motivo per porre fine a una aberrante situazione di monopolio. E consentire la libera ricerca di vaccini efficaci, sicuri e per tutti. Si continua a richiamare, anche e soprattutto nelle ultime settimane da parte del governo italiano e della stampa, il principio della libera concorrenza, ma su una questione cruciale per la vita e la salute, istituzioni sanitarie e cittadini non possono di fatto esercitare alcuna libera scelta. Non solo, alla situazione di monopolio si aggiunge quella di completa esenzione di responsabilità delle aziende per gli eventuali danni derivanti dalla somministrazione. Come è stato possibile?

Le trattative tra la Commissione europea e le aziende farmaceutiche in questione si sono svolte, come è stato denunciato da più parti, in totale segretezza. Accettando il vincolo di “riservatezza” imposto contrattualmente dalle Big Pharma, la Commissione non ha mai reso noto né l’ammontare dei finanziamenti corrisposti, né il contenuto dei contratti, ivi compresa l’indicazione dei prezzi concordati per le forniture delle fiale di vaccino. Come illustrato nel libro Senza Brevetto per vaccini, farmaci e piante, grazie ai contratti siglati con la Commissione, le aziende hanno ottenuto enormi finanziamenti pubblici e l’impegno anticipato degli Sati europei per l’acquisto di ingenti quantitativi di dosi: per giunta, si sono riservate la proprietà dei brevetti, contro il principio che prevede la titolarità della proprietà industriale in favore di chi abbia contrattualmente commissionato la ricerca; infine si sono addirittura garantite l’esenzione da ogni responsabilità per i danni eventualmente causati, anche qui, in deroga ai principi universali in materia.

Lo scenario definito dalla proprietà privata dei brevetti e dall’insufficienza dei vaccini sarebbe stato del tutto diverso se gli Stati, e in particolare gli USA e l’UE, nel negoziare i contratti con le Big Pharma, si fossero attenuti alle norme vigenti in materia. Infatti, per la normativa, pressoché analoga in tutti i paesi, non solo il datore di lavoro del ricercatore/inventore, ma anche chi con un contratto commissiona la ricerca diviene titolare del brevetto relativo a quell’invenzione.

Senza l’improvvida rinuncia gli Stati sarebbero ora titolari dei diritti di brevetto, o meglio, non esisterebbero brevetti privati sui vaccini. In particolare, l’Italia, in forza dell’articolo 64 del Codice della proprietà intellettuale e al pari degli altri Stati appartenenti all’Unione europea, sarebbe titolare, pro quota, dei diritti derivanti dalla ricerca, “commissionata” tramite la Commissione europea, e potrebbe liberamente disporne. Per tutti gli approfondimenti vedi libro citato.

 

 

 

 



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